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Tarin Gamberini: Adozione di lettori PDF liberi nelle Amministrazioni Pubbliche Regionali (terzo monitoraggio)

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Il seguente monitoraggio mostra che, nell'ultimo semestre, dieci Regioni italiane hanno ridotto la pubblicità di lettori PDF proprietari sui loro siti web, e che una regione italiana ha aumentato il supporto ai lettori PDF Software Libero.

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Tarin Gamberini: Adozione di lettori PDF liberi nelle Amministrazioni Pubbliche Regionali (quarto monitoraggio)

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Il seguente monitoraggio mostra che, nell'ultimo semestre, nove Regioni italiane hanno ridotto la pubblicità di lettori PDF proprietari sui loro siti web, e che una regione italiana ha aumentato il supporto ai lettori PDF Software Libero.

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Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Mi sembra assolutamente impossibile che una persona (o un gruppo di persone) come Satoshi Nakamoto…

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Mi sembra assolutamente impossibile che una persona (o un gruppo di persone) come Satoshi Nakamoto che si è/si sono mantenute nascoste per anni non abbiano utilizzato i metodi di crittografia e di anonimizzazione che ci sono messi a disposizione. Quindi non credo a queste rivelazioni.

Io sarei indifferente al fatto che Sathoshi Nakamoto sia uno pseudonimo per i servizi segreti russi o cinesi. Non credo comporterebbe qualcosa. Anzi! Sarebbe una buona volta che questi servizi segreti fanno qualcosa di buono.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Noi proviamoci e cerchiamo di attrarre utenti, poi vedremo.

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Noi proviamoci e cerchiamo di attrarre utenti, poi vedremo. Potremo chiamarla italiani, ho bloccato il nome come pubblicazione.

Poi vedremo la loro reazione.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Ecco i 5 consigli fondamentali per costruire un buon progetto

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Peccato, peccato veramente.

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Peccato, peccato veramente. Questa piattaforma in italiano sta lentamente morendo anche se inizialmente era veramente un bel posto. Forse anche io a breve mi trasferirò da un’altra parte, ma l’editor di Medium continuerà ad essere sempre il mio preferito. La sua semplicità mi tira le parole e riesco a scrivere tanto in poco tempo.

Speriamo che Ev Williams voglia considerare di cambiare rotta e rendere Medium di nuovo una piattaforma multilingua, magari traducendo anche l’interfaccia.

Continuerò a seguirti sul sito (anche se mi risulterà più scomodo, visto che con Medium ritrovavo tutto in un unico digest) ed a seguirti qui su Medium per il tuo blog personale.

Buona fortuna.

P.S. Una newsletter renderebbe molto più comode e facili le cose :)

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Anche io, fortemente combattuto.

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Anche io, fortemente combattuto. Visualizzazioni pessime, claps individuali ancora di meno. Ho degli articoli pronti ma aspetto a pubblicarli per vedere come va la situazione. Finché ci sarà qualcuno a leggerci, ma non credo ormai.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Beh, se è per questo anche nel settore Desktop è in crescita (vedi statistiche linkate).

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Beh, se è per questo anche nel settore Desktop è in crescita (vedi statistiche linkate).


Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Io ho risolto il problema utilizzando SetApp.

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Io ho risolto il problema utilizzando SetApp. Pago un solo abbonamento mensile per avere più di 70 applicazioni con inclusi tutti gli acquisti in-app possibili ed immaginabili, con possibilità di disabbonarmi quando comincerà a dare problemi (come quelli descritti).

Naturalmente è solo per Mac.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Ecco come i registrar chiedono cifre esorbitanti per il rinnovo di un dominio

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Ecco perché ho pagato un dominio 88 centesimi ed ora vogliono 50 euro per rinnovarlo una volta che è stato avviato.

Il tutto incomincia alle 18:00 del 25 agosto. Sono andato su un sottodominio del mio sito (mait.tech) per creare un nuovo progetto ed ho trovato una pagina di cortesia di Namecheap (il mio registrar) con tanta pubblicità.

Ma andiamo per ordine: un registrar è un’azienda che vende i domini internet (soprattutto online ma non è detto). Paga al registro, che tiene l’elenco di tutti i domini internet, una tariffa a forfait (di solito 1000 euro) per registrare un numero definito (da un accordo tra i due) di domini. Ogni TLD, che sarebbe l’estensione del dominio internet (tipo .it, .com, .org, .net), ha un suo registro dedicato anche se un’azienda potrebbe essere l’affidataria di più TLD.

L’ICANN è un ente internazionale (sotto il controllo del Dipartimento del Commercio degli USA) che si occupa di decidere quali devono essere i nuovi TLD.

Ritornando alla nostra storia, mi sono ricordato che il mio dominio scadeva il 23 agosto ed ho scoperto che è entrato nel grace period, chiamato autoRenewPerioddall’ICANN, che va dalla scadenza a 20 giorni dopo di essa. Il registrar anticipa i soldi del rinnovo al registro che gli vengono restituiti nel caso il registrante non rinnovasse il dominio.

Ho aggiunto il dominio nel carrello per il rinnovo, ma ho scoperto la dura verità: il rinnovo costa ben 40 euro. Io, per acquistare il dominio, ho pagato 88 centesimi.

Nella schermata di acquisto era presente solo un riferimento al prezzo originale ma non era indicato chiaramente che bisognasse pagare così tanto per rinnovare il dominio.

<figure><figcaption>Oggi acquistare un dominio .tech da Namecheap osta circa 4 euro</figcaption></figure>

Allora ho contattato l’assistenza, che mi ha detto che «è impossibile ottenere il dominio ad un prezzo minore». Ho provato a seguire la procedura per trasferire il dominio, ma quando provavo a richiedere il codice di autorizzazione per il trasferimento mi rimandava alla pagina principale.

La procedura è stata fatta manualmente dall’assistenza che mi ha mandato una mail poco dopo con l’authcode (il codice di autorizzazione per trasferire il dominio).

Mi sono messo, quindi, alla ricerca di un registrar che offrisse un prezzo conveniente per un nome di dominio .tech, un TLDabbastanza particolare e non molto diffuso.

Ho trovato su GoDaddy una promozione che offriva domini .techa 10 euro ma mi sono accorto che nella promozione (valida solo per il primo anno, come sempre) non erano compresi i trasferimenti.

Ho contattato l’assistenza telefonica che mi ha detto che i domini .techhanno questo prezzo stabilito dal registrar che ammonta addirittura a 70 euro e che le offerte sono valide solo per la prima registrazione (come scritto nella pagina). Per questo motivo non mi avrebbe potuto praticare un prezzo scontato (che avrebbe potuto farmi per altri servizi).

Allora ho pensato di attendere la scadenza del dominio e di ri-registrarlo una volta scaduto, ma ho scoperto che i tempi sono lunghissimi: ben 20 giorni per la scadenza del grace period e 80–120 giorni per la cancellazione del dominio. In questo periodo c’è un’asta sul dominio (che potrebbe essere vinta da qualcuno). Secondo Namecheap nella maggior parte dei casi l’asta termina con successo.

Durante il periodo dell’asta il registrante può ancora recuperare il dominio pagando una tassa di rimborso.

Ho scritto all’assistenza per chiedere se si potessero accelerare i tempi ma mi hanno detto di no.

Perché sarebbe una presa in giro?

Nelle operazioni commerciali dei registrar non viene molto pubblicizzato il fatto che quello è un prezzo valido solo per il primo anno.

Dopo aver registrato un dominio a quel prezzo molto vantaggioso possono essere fatte proposte di rinnovo ad un prezzo molto più alto del prezzo pagato all’inizio. Vi faccio altri esempi di situazioni che mi sono capitate.

Con GoDaddy, due domini me li fecero pagare 6 euro l’uno. L’anno dopo mi proposero un rinnovo a 15 euro.

Con Register.it, invece, acquistai due domini .info a 90 centesimi l’uno. L’anno dopo mi proposero il rinnovo a ben 35 euro. Qui trovate il listino prezzi che testimonia i prezzi di rinnovo esorbitanti (sul sito trovate le promozioni).

Ancora con Register.it acquistai altri due domini (uno .it ed uno .info) a prezzi bassissimi (non ricordo quanto, ma non superavano i 10 euro totali). L’anno dopo mi proposero il rinnovo a 35 euro. Oggi quei domini sono ancora in stallo e sto aspettando la cancellazione.

Di nuovo con Register.it acquistai un dominio .it a 2 euro. L’anno dopo mi proposero il rinnovo ai soliti 35 euro, ma un amico mi consigliò un espediente che mi fece risparmiare e mi fece pagare il rinnovo 9 euro.

Basta trasformare il dominio standard (che ha funzioni, spesso inutili, come un piccolo spazio hosting di pochi MB) in un dominio express che ha il costo di 9 euro.

La procedura è semplice, bisogna recarsi nella schermata di cancellazione del dominio e fare per cancellare, subito il sistema proporrà la trasformazione in express.

Una nota positiva di Register.it è l’assistenza, che ha subito rimborsato un rinnovo automatico non voluto (a 50 euro, per un dominio pagato 10).

La prossima volta che comprate un dominio, vi consiglio di stare attenti a queste tariffe esorbitanti. Ho trovato OVH.it che propone buoni prezzi di rinnovo ma devo valutarlo approfonditamente.

Ma come è continuata la vicenda?

Il dominio è ancora in attesa, è molto probabile che venga venduto (è di sole 4 lettere, quindi molto appetibile). In questo modo perdo un link di riferimento che ho distribuito per molto tempo in giro. Sto valutando molte altre alternative.

Se vuoi seguirmi, ti consiglio di iscriverti alla mia newsletter, che rimarrà sempre lì dove sta :-). In questo periodo l’ho un po’ trascurata un po’ per colpa di questi problemi un po’ per colpa di altri, ma riprenderò a pubblicare in brevissimo tempo.

<iframe frameborder="0" height="400" scrolling="no" src="https://cdn.embedly.com/widgets/media.html?src=https%3A%2F%2Fupscri.be%2F833e1a%3Fas_embed%3Dtrue&amp;url=https%3A%2F%2Fupscri.be%2F833e1a%2F&amp;image=https%3A%2F%2Fe.enpose.co%2F%3Fkey%3DdRXnS9Gplk%26w%3D700%26h%3D425%26url%3Dhttps%253A%252F%252Fupscri.be%252F833e1a%252F%253Fenpose&amp;key=a19fcc184b9711e1b4764040d3dc5c07&amp;type=text%2Fhtml&amp;schema=upscri" width="800">https://medium.com/media/a6d0e1cf5cbd84cefe3b2b4c2416724b/href</iframe>

Grazie per aver letto il mio articolo! Se ti è piaciuto lascia qualche clap.


Ecco come i registrar chiedono cifre esorbitanti per il rinnovo di un dominio was originally published in Il MedItaliano on Medium, where people are continuing the conversation by highlighting and responding to this story.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Infatti io approfitto dello sconto studenti del 50% :)

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Infatti io approfitto dello sconto studenti del 50% :)

Comunque, trovi (elenco delle App più costose)

  • Aeon Timeline (50 euro)
  • Disk Drill (89 euro)
  • Tutti i software della MacPaw
  • Merlin Project Express ($29.00/anno)
  • Pagico (50 euro)
  • XMind (129 dollari)
  • ma soprattutto, la più discussa di tutte (sai meglio di me quanto costa) ULYSSES.

Inoltre ci sono moltissime altre applicazioni di diverso tipo e ne aggiungono di nuove ogni volta.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Configurare un gateway tra IRC e Telegram

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Guida completa in italiano per utilizzare Teleirc

<iframe frameborder="0" height="480" scrolling="no" src="https://cdn.embedly.com/widgets/media.html?src=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fembed%2FKIKwLOaXptY%3Ffeature%3Doembed&amp;url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DKIKwLOaXptY&amp;image=https%3A%2F%2Fi.ytimg.com%2Fvi%2FKIKwLOaXptY%2Fhqdefault.jpg&amp;key=a19fcc184b9711e1b4764040d3dc5c07&amp;type=text%2Fhtml&amp;schema=youtube" width="854">https://medium.com/media/89473588ff22010c21d1d6b97f44239b/href</iframe>

Ecco come creare un gateway di collegamento tra IRC (sistema per chattare che ha avuto un boom un po’ di anni fa) e Telegram (app di messaggistica nata nel 2013).

Può esserci utile nel caso in cui abbiamo un canale IRC ed uno Telegram sullo stesso argomento/per lo stesso progetto e non vogliamo disperdere messaggi tra i due.

Per questo tutorial utilizzeremo Teleirc di FruitieX, anche se ci sono diversi fork e versioni (come quello di RITlug).

FruitieX/teleirc

Per questa guida (e videoguida allegata) utilizzeremo Ubuntu 16.04 LTS su un Droplet di DigitalOcean. Utilizzando questo link avrete 10$ di credito se vi iscrivete per la prima volta.

Registriamoci, clicchiamo “Create droplet” e selezioniamo i dettagli.

Passaggi preliminari

Prima di tutto, installiamo node.js. Utilizziamo il nostro package manager. Questa qui è una guida che spiega come installarlo su tutti i sistemi.

In questo articolo spiegheremo solo come fare su Debian e derivati (vedi Ubuntu) e per Enterprise Linux e Fedora.

Per Debian e derivati

Diamo i due comandi:

curl -sL https://deb.nodesource.com/setup_6.x | sudo -E bash -
sudo apt-get install -y nodejs

Solo su Ubuntu è necessario dare questo comando (a detta della guida ufficiale) che potrebbe anche non funzionare (ho testato e ci sono problemi):
sudo apt-get install libicu-dev

Per Enterprise Linux e Fedora

Diamo inizialmente il comando:

curl --silent --location https://rpm.nodesource.com/setup_6.x | sudo bash -

Dopo installiamo con sudo yum -y install nodejs

Verifica dell’installazione

Per controllare di averli installati correttamente, verifichiamo la loro effettiva presenza:

node -v
npm -v

Aggiornamento di NPM

Nonostante sia installato automaticamente con Node.js, può essere utile aggiornare NPM all’ultima versione visto che comunque è un progetto separato.

npm install npm@latest -g

Installazione di Teleirc

Installiamo Teleirc digitando sudo npm install -g teleirc

Subito dopo creiamo il file di configurazione teleirc --genconfig, se ci sono problemi in questa fase usiamo il fixme dell’autore digitando mkdir ~/.teleirc

Problemi supplementari

Computer: macchina progettata per velocizzare e automatizzare gli errori.
–Anonimo

Ebbene, durante l’installazione di teleirc possono verificarsi degli errori, uno di questi riguarda node-gyp. Se vi capita un errore del genere, seguite la procedura:

Aggiornamento di Node.js e npm

sudo npm cache clean -f
sudo npm install -g n
sudo n 4.4.5
sudo npm install npm -g

Rimozione di moduli node-gyp addizionali

sudo npm uninstall node-gyp -g
sudo npm uninstall node-gyp

(Grazie Kala725, soluzione presa da lui qui.)

Configurazione di Teleirc

Se siamo riusciti ad eseguire l’installazione senza problemi procediamo ad eseguire la configurazione.

Creazione e configurazione del bot Telegram

Prima di tutto creiamo il bot su BotFather. Creiamo il nostro bot digitando /newbot e seguendo la procedura. Poi copiamo il token ricevuto nel messaggio ed incolliamolo nel file di configurazione che vedremo in questo passaggio.

Trovate qui un video su come personalizzarlo mentre qui un elenco già pronto di comandi da impostare (basta copiare ed incollare) quando si fa /setcommands.

Poi digitiamo /setprivacy, scegliamo il nome del nostro bot e clicchiamo Disable. Inquesto modo consentiremo al nostro bot Telegram di leggere i messaggi che inviamo nel gruppo e di inviarli a teleirc.

Configurazione di Teleirc

Facciamo cd ~/.teleirc ed apriamo dal nostro editor di testo preferito (io uso nano) il file config.js.

Per comodità ecco il comando nano config.js.

A questo punto ci ritroveremo con questo file di base di nome config.js, questa è una mia traduzione dei commenti fatta sulla base dell’ultima versione. Vi consiglio di guardare sempre il repository ufficiale per la versione aggiornata.

<iframe frameborder="0" height="0" scrolling="no" src="https://medium.com/feed/@ferdi2005" width="0">https://medium.com/media/4ef35c7bb4b367263cae996642bf237c/href</iframe>

Una volta che abbiamo configurato correttamente il bot, salviamo il file ed eseguiamo il comando teleirc. Finalmente, dopo tante peripezie, abbiamo fatto partire questo bot.

Vedrete entrare il bot con l’username che gli avete dato nel canale IRC che avete impostato.

Ma non è finita qui!

In alcuni casi, il bot potrebbe non aver acquisito correttamente il chatID del nostro gruppo e potrebbe richiederlo insistentemente su IRC. In questo caso dobbiamo inviare un messaggio qualsiasi sul nostro gruppo Telegram preferibilmente menzionando il bot utilizzando @usernamedelbot (quello che abbiamo impostato su BotFather).

Una volta aver visto il primo messaggio recapitato e nessun segnale controverso durante la sessione SSH (quindi vedendo solo uno spazio vuoto sotto al processo senza altri interruzioni e senza possibilità di eseguire altri comandi).

GNU screen

Ma se si chiudesse la sessione SSH? In questo caso non avremmo la possibilità di mantenere attivo il bot. Ci viene in aiuto GNU screens, ottimo strumento.

Digitiamo screen e subito dopo premiamo invio (ci uscirà una schermata di presentazione). Infine si aprirà una normalissima finestra SSH. Lì potremo digitare tutti i comandi che vogliamo che rimarranno in esecuzione anche dopo la chiusura del terminale (Attenzione! Chiudete il terminale, non killate la sessione)

Per recuperare la sessione basta digitare screen -r mentre per recuperare un elenco delle sessioni (per poi recuperarle se sono più di una) basta digitare screen -ls.

Con il riavvio le sessioni però si interromperanno.

Per questo motivo potete provare un servizio (da posizionare in /etc/systemd/system ) ma non vi garantisco niente. Trovate un esempio dell’autore qui. Io ci ho rinunciato ormai e uso l’ottimo screens.

Note finali

Vi consiglio di leggere attentamente queste note finali perché contengono alcune informazioni importanti.

Per accedere al gruppo di supporto del Teleirc che stiamo usando noi basta digitare teleirc --join-tg .

Le prime volte che utilizziamo Teleirc è molto utile usare teleirc -vvv per vedere un debug di quello che succede e degli eventuali problemi sorti in modo da poterli risolvere meglio.

Se qualcosa può andar male, andrà male.
Legge di Murphy

È importante non killare il processo forzatamente ma solo con CONTROL+A altrimenti il webserver rimarrà in ascolto e sarà impossibile riprendere teleirc se non con un riavvio del sistema.

Cosa importantissima, se riscontrate dei malfunzionamenti di qualsiasi tipo che riguardano l’invio dei messaggi da Telegram a IRC (Telegram =>IRC) vi consiglio di togliere e riaggiungere il bot (dopo aver verificato l’effettivo accesso ai messaggi come impostazione per la privacy)rAltra cosa importante, se non gradite che vengano caricate le immagini sul server, potete far sì che vengano caricate su Imgur, trovate una guida ufficiale qui. Se quest’articolo sarà servito a qualcosa (fatemi sapere nelle risposte) molto probabilmente creerò anche io una miniguida per utilizzare Imgur collegato a questo bot.

Tramite regex è possibile configurare quali messaggi devono essere inviati a IRC da Telegram (e viceversa) e quali no. Trovate l’opzione alla fine del file di configurazione.

Grazie a tutti dell’attenzione, non dimenticatevi di mettermi un clap (solo se volete :-D) e di iscrivervi alla mia newsletter!

<iframe frameborder="0" height="400" scrolling="no" src="https://cdn.embedly.com/widgets/media.html?src=https%3A%2F%2Fupscri.be%2F833e1a%3Fas_embed%3Dtrue&amp;url=https%3A%2F%2Fupscri.be%2F833e1a%2F&amp;image=https%3A%2F%2Fe.enpose.co%2F%3Fkey%3DdRXnS9Gplk%26w%3D700%26h%3D425%26url%3Dhttps%253A%252F%252Fupscri.be%252F833e1a%252F%253Fenpose&amp;key=a19fcc184b9711e1b4764040d3dc5c07&amp;type=text%2Fhtml&amp;schema=upscri" width="800">https://medium.com/media/a6d0e1cf5cbd84cefe3b2b4c2416724b/href</iframe>

Fatemi sapere nei commenti come è andata e se avete avuto problemi.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Windows Phone è morto. Confermato.

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Ho appreso qualche giorno fa, con molto disappunto, la notizia della morte del caro Windows Phone. Ebbene sì, l’amato/odiato sistema operativo di casa Microsoft, erede di Windows CE, è stato abbandonato dalla stessa casa madre.

Non è una novità che alla Microsoft snobbassero il loro sistema operativo mobile, tant’è che avevano rimosso tutti i telefoni Windows Phone dallo store ufficiale.

Bill Gates, in un’intervista, ha detto chiaramente che è passato ad un Samsung Galaxy S8 “pieno di roba Microsoft”, probabilmente la Microsoft Edition venduta nei Microsoft Store .

Bill Gates now uses an Android phone

È chiaro che il nemico di Microsoft non sia Google. Basti pensare che le app Microsoft per Android spopolano, vedi Arrow Launcher che è diventato Microsoft Launcher.

Secondo alcuni, l’acerrimo nemico di Microsoft è Apple, tant’è che in casa Gates «sono vietati i dispositivi Apple» anche se i figli e Melinda Gates ne desiderano uno.

Vedremo gli sviluppi della situazione, comunque è stato confermato il supporto per gli aggiornamenti che differiscono dall’introduzione di nuove funzionalità.

Eppure Microsoft aveva tanto puntato sui Windows Phone acquistando per 7,1 miliardi la divisione telefoni, per rivendere una parte (quella dei feature phone, come il nuovo Nokia 3310) per soli 340 milioni.

Con quest’annuncio si chiude un piccolo sassolino della storia della telefonia mobile. Addio Windows Phone e grazie per tutto il pesce.

Il lento degradare di Windows Phone nel tempo

Ma quali sono i motivi che hanno portato Microsoft a questa scelta?

<figure><figcaption>2017 © Statista, diritti riservati, fair use</figcaption></figure>

Come possiamo osservare da questa statistica, Windows Phone ha avuto la sua massima espansione nel Q4 2013 ed ha incominciato via via a declinare con qualche punta un po’ più alta fino ad arrivare al Q4 2016 con lo 0,3% del mercato (praticamente niente).

Windows Phone e Android in gran spolvero nel Q4 2013, iOS in declino ovunque! - HDblog.it

Infatti nel settembre 2013, visti anche i risultati, è stato stipulato il famoso accordo tra Microsoft e Nokia per la cessione della divisione dispositivi mobili.

Poi, come ben sappiamo, i dispositivi Windows Phone sono stati rimossi dallo store.

Comunque, non è stata ancora posta la parola fine a questa vicenda, è tutto da vedere.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Ottima storia davvero, con riferimenti storici completi e precisi.

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Ottima storia davvero, con riferimenti storici completi e precisi. Veramente bellissimo, anche se non ho capito il titolo.

Tarin Gamberini: Adozione di lettori PDF liberi nelle Amministrazioni Pubbliche Regionali (quinto monitoraggio)

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Il seguente monitoraggio mostra che, nell'ultimo semestre, otto Regioni italiane hanno ridotto la pubblicità di lettori PDF proprietari sui loro siti web, e che una regione italiana ha aumentato il supporto ai lettori PDF Software Libero.

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Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Anche io, interessato a Meditaliano. Ottima idea.

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Anche io, interessato a Meditaliano. Ottima idea.

Stories by Ferdinando Traversa on Medium: Ha vinto Minix

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«L’Intel Management Engine è certamente una backdoor»²

La strana storia di Minix, Intel, Tanenbaum, tutti i computer con Intel prodotti dal 2008 e la nostra privacy

<figure><figcaption>© Licenza CC-BY- EFF.ORG</figcaption></figure>
«Io continuo a ritenere che progettare un kernel monolitico nel 1991 sia un errore fondamentale. Ringrazi che non è mio studente. Non avrebbe preso un voto alto per tale progetto»
–Andrew Stuart Tanenbaum¹
<figure><figcaption>Sticker abbastanza popolare, fair-use</figcaption></figure>

Arrivo in ritardo con questo titolo, volutamente provocatorio, per parlare della vicenda del sistema operativo nascosto nei chipset Intel, ma ho deciso di prenderla molto alla larga.

La storia di Minix

Andrew Stuart Tanenbaum è un informatico che ha sviluppato il sistema operativo Minix (che è in sviluppo ancora oggi) e che ha avuto un aperto contrasto con Linus Torvalds, subito dopon l’annuncio del Kernel Linux, dichiarando la superiorità di Minix.

Sappiamo tutti benissimo come sia andata, oggi Linux ha ampiamente superato Minix dal punto di vista di utilizzo.

Intel lo utilizza segretamente in tutti i computer con i suoi processori dal 2008. Immaginate quanti computer con processori Intel sono stati prodotti dal 2008.

Dal 2008 noi utenti Intel siamo anche tutti utenti Minix! E soprattutto, Minix ha vinto. Ora è usato più di Linux.

La vicenda vera e propria

Come vi ho anticipato prima, Intel ha installato nel “Ring -3” Minix con sopra un webserver e dandogli accesso completo al file system ed alla rete (anche se c’è un firewall di sistema).

Minix sui processori Intel ha uno scopo ben dichiarato: Intel Management Engine, un sistema per la gestione remota dei server.

Sia EFF che altri hanno espresso dubbi sul fatto che Intel abbia accesso completo ai nostri dati a suo piacimento e sulla sua possibilità di poter violare a suo piacimento la nostra privacy.

La questione non è nuova e se ne parlava anche nel 2016 ed erano stati espressi gli stessi dubbi e perplessità.

L’Intel Management Engine è una backdoor? Sì, certamente, secondo la definizione di Backdoor.²
Jack Wallen

Google ha attivato le procedure per disattivare il tutto.

Infatti è possibile disattivare e rimuovere e sarebbe anche consigliabile:

Neutralize ME firmware on SandyBridge and IvyBridge platforms

La risposta di Tenenbaum

Tanenbaum, creatore di Minix di cui parlavamo prima, ha dichiarato ufficialmente di non saperne niente e di aver parlato con Intel per un possibile utilizzo del suo sistema (avendo anche modificato alcune parti e fornito dettagli tecnici).

Ha pubblicato, quindi, una lettera aperta al CEO di Intel nella quale indica le sue perplessità ed in un’aggiunta successiva dice che solo il proprietario del computer dovrebbe averne il controllo³ (e nessun’altro, né Intel né governi).

Il risultato

Oltre alle possibili implicazioni per la privacy che questo cattivo utilizzo di Minix potrebbe avere, c’è anche un’implicazione tangibile che ha già avuto: quella delle falle di sicurezza.

Ebbene, già a Maggio 2017 c’è stata una falla di sicurezza che derivava da Management Engine solo per i server. Chi ci dice che non ci saranno problemi anche per i computer home?

Tutti siamo coinvolti, utenti di Windows, macOS e Linux. Intel, come ti giustifichi?

Note

  1. Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Andrew_Stuart_Tanenbaum per saperne di più
  2. L’autore si riferisce alla definizione in inglese data dalla Wikipedia in Inglese (vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Backdoor_(computing). La frase è stata presa dall’articolo originale.
  3. Cosa assolutamente buona e giusta, con cui concordo. Il software libero vuole dare ridare proprio quella libertà che via via le case produttrici stanno togliendo (o cercando di togliere).

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